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Peste suina in Italia: zona rossa a Roma, rimane nella carne per settimane o mesi, cosa succede all’uomo se la mangia

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La Peste Suina Africana è una malattia che sta destando preoccupazione. Attacca cinghiali e maiali. A rischio l’export di salumi.

È allerta in tutta Italia per l’espandersi della peste suina africana, in grado di decimare cinghiali ma anche gli animali in allevamento. Dai primi casi scoperti nel Nord Italia, adesso altre carcasse sono state trovate fino al Lazio. Gli scienziati sanno che il virus rimane a lungo nella carne, anche dopo il congelamento.

Foto Adobe Stock

Il Ministero della Salute ha attivato procedure per far sì che la peste suina non si diffonda ulteriormente. La paura più grande è che arrivi in aree ad alta densità di allevamento, come l’Emilia Romagna, e generi una crisi economica. Questo perché non c’è altro metodo per sconfiggere la peste dei maiali se non quello di abbattere gli animali infetti.

Secondo gli studiosi, la malattia rimane “latente” anche per 2-3 settimane, ma nel frattempo gli animali ne contagiano altri. Attraverso feci e urine, oppure il contatto incidentale con la carcassa in decomposizione. Ma il pericolo c’è anche per gli esseri umani?

Peste suina africana rimane nella carne congelata e nei salumi stagionati

Gli esperti sanno che il virus può resistere anche alle bassissime temperature e dunque nella carne di un animale macellato o cacciato poi messo in congelatore. Addirittura, la peste suina si può trovare in salumi e insaccati anche dopo una breve stagionatura. Ma cosa succede all’uomo se mangia carne “infetta”?

Fortunatamente, la peste suina non si attacca all’uomo. Anche se gli scienziati non escludono che alcune malattie possano mutare geneticamente e creare nuove pandemie. Ad oggi, la situazione è critica soltanto per il comparto animale. Un’epidemia di peste suina potrebbe dover far abbattere milioni di capi di bestiame, proprio come tra il 2016 e il 2020. A rischio, secondo gli esperti, anche l’export di salumi.

L’allarme arriva dagli allevatori di maiali. Temono che la peste possa approdare nei capannoni tramite i cinghiali, ma anche da contaminazioni umane. Ecco perché si invitano tutti coloro che lavorano nel comparto della carne da macello a regolari disinfezioni.

È di poco la notizia che nel Lazio, il Sottosegretario Costa abbia confermato l’esigenza di depopolare i cinghiali, per evitare la diffusione della peste suina. Partiranno dunque abbattimenti selettivi e mirati per creare una “zona di vuoto” che impedisca l’espandersi del virus.

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