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Pensioni

In pensione con contributi e legge 104, quali vantaggi oggi

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Per andare in pensione alcuni lavoratori possono chiedere la totalizzazione dei contributi. In cosa consiste? 

Il decreto legislativo 42/2006 consente ai lavoratori di unificare periodi, non coincidenti, di contributi accreditati in diversi fondi o casse previdenziali usufruendo della totalizzazione nazionale. In pratica si tratta della somma di tutti i contributi inseriti in ognuno degli enti previdenziali e ottenere una pensione unica.

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A tal proposito gli Esperti di InformazioneOggi hanno ricevuto questo quesito: “Buongiorno, volevo informazioni sulla mia situazione previdenziale. Età 57. Dipendente Enti Locali dal 2000. Totale di 37 anni di contributi dei quali i primi 12 nel settore commercio, gli altri INPDAP. (Compreso l’aggiunta di 2 mesi per ogni anno di invalidità). INVALIDITÀ CIVILE al 75% e Legge 104 in situazione di gravità. Avevo letto che con versamenti in gestioni diverse si può richiedere la totalizzazione ma servono almeno 41 anni di contributi. Cosa mi può dire sul pensionamento anticipato con IC e L104? Grazie mille e complimenti per l’utilità del sito”.

Analizziamo come può accedere alla pensione di inabilità e in cosa consiste la totalizzazione.

Pensione: quando conviene la totalizzazione dei contributi

Il vantaggio della totalizzazione è che interessa tutte le casse previdenziali anche quelle dei liberi professionisti. Inoltre, si possono sommare anche i contributi della gestione separata, che altrimenti andrebbero persi perché non potrebbero essere mai ricongiunti. Infine, è totalmente gratuita.

Può essere chiesta da:

  • liberi professionisti iscritti alle casse private;
  • iscritti alle forme assicurative dell’AGO (Assicurazione generale obbligatoria) e per questo anche ai dipendenti del settore pubblico;
  • iscritti gestione separata ai sensi dell’articolo 2, comma 26 della legge n.335/1995;
  • sacerdoti secolari e ministri del culto (confezioni diverse da quella cattolica e autorizzata dal ministero dell’interno) iscritti al relativo fondo di previdenza.

Requisiti

Per prima cosa è importante che l’interessato non sia titolare di pensione autonoma in una delle casse coinvolte nella totalizzazione. La può richiedere anche chi è titolare di pensione ai superstiti. Inoltre, il richiedente non deve aver fatto domanda e, di conseguenza, nemmeno accettato la ricongiunzione. Questa si intende accettata se il lavoratore effettua il pagamento della prima rata.

La totalizzazione deve interessare tutti i periodi contributivi presenti nei fondi previdenziali a cui il lavoratore è stato iscritto. Quindi non è ammessa una totalizzazione parziale. È possibile inserire anche i contributi inferiori a 3 anni, vincolo soppresso dal decreto legislativo n. 201/2011.

Trattamenti erogati

Quindi sommando tutti i contributi presenti nei diversi fondi previdenziali si può chiedere la pensione di vecchiaia, anzianità, inabilità o indiretta.

Per la pensione di vecchiaia servono 66 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi. Per quella di anzianità servono solo 41 anni di contributi. Però per ottenere il rateo si deve aspettare una finestra mobile di 18 mesi per la pensione di vecchiaia o 21 mesi per quella di anzianità.

Nel conteggio della totalizzazione non saranno considerati i periodi di contribuzione figurativa per malattia o disoccupazione. Questi periodi saranno utili solo nel calcolo del singolo fondo.

La totalizzazione permette di ottenere anche la pensione di inabilità, se sussistono i requisiti sanitari (legge n.222/1984), mentre non si possono sommare ai contributi per richiedere l’assegno di invalidità. Infine, i superstiti del lavoratore defunto possono esercitare la totalizzazione per la liquidazione di una pensione indiretta. Nella nostra guida abbiamo indicato come la pensione per i dipendenti pubblici con legge 104 può dare accesso a due possibilità da non sottovalutare

Pensione di inabilità: in cosa consiste

L’INPS può concedere a un lavoratore una pensione di inabilità al lavoro se questi non può compiere in maniera assoluta e permanente un lavoro.

Spetta ai lavoratori dipendenti, autonomi e anche agli iscritti della gestione separata. Per ottenere la pensione di inabilità al lavoro, così come per l’assegno ordinario di inabilità, i lavoratori devono:

  • possedere una grave infermità che impedisca di svolgere qualsiasi tipo di lavoro;
  • avere almeno 5 anni di contributi INPS;
  • avere almeno 3 anni di contributi negli ultimi 5 anni, ovvero 156 contributi settimanali.

Dopo gli accertamenti medici la pensione di inabilità può:

  • essere confermata, se i requisiti l’infermità continua;
  • essere revocata, se il lavoratore risulta idoneo al lavoro;
  • mutare in assegno ordinario di invalidità, se questa è inferiore al 100% ma superiore ai 2/3.

Per accedere alla pensione di inabilità lavorativa il lavoratore deve inoltrare domanda all’amministrazione, che ricevuta l’istanza dovrà dare seguito all’iter per accertare la patologia e la sua gravità.

I dipendenti pubblici se non possono accedere alla pensione di inabilità, possono nel 2022 accedere all’APE Sociale se subentrano determinati requisiti. Nel caso di lavoratore disabile, è necessaria un’età di 64 anni e 30 anni di contributi, con un’invalidità del 74% in su. Ricordiamo, inoltre, che è sempre possibile accedere alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, cinque o dieci anni prima, se si hanno almeno cinque anni di contributi versati in un fondo pensione.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, inviala alla mail: esperto.informazioneoggi@gmail.com

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