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Attacco in arrivo, massima attenzione per la cyberwar, l’inizio “ufficiale” il 6 marzo

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In data 6 marzo 2022 è stato diramato un avviso allarmante. Pare che sia iniziata una cyberwar contro l’Italia. I dettagli.

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In questi giorni in cui la guerra si sta combattendo non solo a terra ma anche dal punto di vista economico e informatico, sono molti i segnali che portano alla massima attenzione. Già qualche tempo fa CSIRT, il “Computer Security Incident Response Team” aveva invitato banche, aziende ed enti ad aggiornare e controllare i sistemi di difesa. Anche l’Agenzia Italiana per la Cybersicurezza ha diramato avvisi ad alta priorità in questo senso.

Sembra che le ritorsioni verso Italia ed Europa si concentreranno ad indebolire infrastrutture basilari. È stata individuata, tra le altre cose, la data del 6 marzo 2022 come il possibile inizio di una cyber guerra nei confronti del nostro Paese. Anche se non vi è traccia nel sito ufficiale dell’Agenzia, il CSIRT aveva già cominciato a diramare moniti. Il 28 febbraio, un messaggio veniva inviato a diverse realtà italiane: “Innalzare la postura difensiva in relazione alla situazione ucraina, e visto l’acuirsi delle attività malevole nello spazio cibernetico.” Nel mirino, sarebbero anche “le aziende sanitarie e ospedaliere“, ragionevolmente “in virtù degli aiuti umanitari che si stanno ponendo in essere“.

Cyberwar, le mosse dell’Italia

La situazione critica è ovviamente nota anche al Governo. Il Premier Mario Draghi pochi giorni fa aveva espresso il suo contributo, riferendo al Senato: “La Russia ha accentuato le sue attività ostili nei confronti dei Paesi dell’Unione Europea e della Nato. L’intento è di minare la nostra coesione e capacità di risposta. È stato attivato un apposito Nucleo per la Cybersicurezza per condividere le informazioni raccolte e al suo interno è stato istituito un tavolo permanente dedicato alla crisi in atto“.

Il compito di questo team sarà quello di “coordinare, nel rispetto delle rispettive competenze, le azioni dei diversi attori che compongono l’architettura istituzionale. Il tutto per intervenire nelle attività di prevenzione e preparazione ad eventuali situazioni di crisi cibernetica. Nonché di attivazione delle procedure di allertamento“.

Sembra dunque che la nuova guerra abbia preso i contorni di un inevitabile tipo di provocazione dei danni. Certo, le bombe vengono ancora esplose e non mancano vittime. I danni di una cyberwar però potrebbero essere egualmente ingenti. Si pensi appunto se venissero colpiti gli ospedali. La speranza è quella di trovare al più presto una forma di dialogo costruttiva, tra tutti i Paesi coinvolti. Oggi, più che mai, la diplomazia internazionale ha un compito difficilissimo da espletare.

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